Reintegrazioni
Quando si deve ripristinare un qualsiasi elemento si deve tenere conto della sua reversibilità.
Per un corretto intervento di restauro è indispensabile valutare la sua collocazione finale dopo l’intervento, quindi l’uso di colle irreversibili è consentito e giustificabile per mantenere e conservare l’opera.
Ad esempio, nel caso di un mobile intarsiato che deve essere collocato in ambienti caldi, dove non viene mantenuta una costante umidità, come nelle abitazioni attuali, è consigliabile adoperare colle viniliche, che consentano di ostacolare il problema.
Disinfestazione
La disinfestazione si può eseguire a imbibizione a pennello o per iniezione; ci sono in commercio validi prodotti a base di permetrina che sono in grado di immunizzare e prevenire il tarlo.
Il trattamento più efficace rimane in assoluto quello a camera a gas o ad essenza di azoto, che va sempre e comunque accompagnato con un terapia preventiva con i prodotti a base di permetrina.
Stuccatura
Un buon intervento di restauro deve limitare l'uso di stucchi o ripristino e riprese di materiale con questo tipo di prodotto.
È buona norma, per riprendere piccole crepe o chiudere i fori dei tarli, usare stucchi a base di colla di coniglio, gesso di Bologna e terre colorate, oppure composti pronti, che si trovano nelle mesticherie specializzate già confezionati con varie gradazioni di colore.
Se ci troviamo di fronte a reintegrazioni “consistenti” di materia sono da privilegiare stucchi a base di resine epossidiche, bi componenti come l’araldide, che hanno una consistenza maggiore e sono reversibili.
Sconsiglierei gli stucchi bi componenti al poliestere per il motivo che sono molto duri e possono, esercitare dei punti di forza più forti dell'essenza originaria, che nella maggioranza dei casi è molto debole. Altra considerazione negativa riguarda la loro non reversibilità e l'aspetto estetico non molto edificante risultando, dopo qualche mese dall'opera di ripristino, la sembianza dello stucco sintetico.
Altra sostanza che non provoca danni è lo stucco a cera. Questo tipo di composto se usato per piccole riprese, chiaramente dello stesso tipo di colore del legno originale, da un buon risultato di amalgama con la parte originale.
Lucidatura
La lucidatura è l'ultima operazione da eseguire nel restauro di un mobile.
Questa deve rispettare il tipo di lucidatura originaria, ritrattando la superficie con la medesima vernice e tecnica di applicazione.
Ad esempio: se ci troviamo di fronte ad un mobile che risale alla fine del 1800, prevalentemente si usava la vernice a spirito e gommalacca steso a tampone o con trattamento a cera, che sono le due tecniche maggiormente impiegate nei mobili nel corso delle varie epoche, se vogliamo fare un restauro corretto dobbiamo comunque analizzare la lucidatura finale originaria, perché nella finitura del mobile si possono presentare delle resine o vernici, ad esempio come olio di lino cotto per usato comunemente per mobili di arte povera, la sandracca o vernici miste di uguale diluizione.
Come già sottolineato, la lucidatura dovrà essere effettuata con la stessa tecnica di lucidatura originaria, evitando di usare aerografi o macchine lucidatrici che non erano usati fino ai primi decenni del XX° secolo. L'utilizzo di aerografi e sostanze (es. vernicette varie, vernici poliuretaniche turapori. ecc.) è giustificato quando si restaurano mobili moderni dove la vernice può essere applicata anche con l'ausilio di questa tecnica.
È sempre opportuno documentare l'intervento di restauro con una scheda illustrativa e una adeguata documentazione fotografica per consentire una riconduzione dell'oggetto prima e dopo l'intervento.

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